Da Bardonecchia, si attraversa la cittadina verso Les Arnauds e Melezet, per poi transitare dal Pian del Colle m.1441 lasciando sulla sinistra i tornanti che portano a Nevache. Appena si inizia la salita che conduce in Valle Stretta, all’altezza dell’invaso e della diga, si attraversa il confine Italia/Francia, e da questo punto in poi si pedala in territorio francese, senza vistosi segnali indicativi di questo sconfinamento. La salita in questo punto, all’inizio è abbastanza impegnativa, poi giunti al ripiano sovrastante si procede molto speditamente e si arriva ai Rifugi Tre Alpini e Re Magi senza affanno. Ora però, tutto cambia improvvisamente. Dal rif. Re Magi, si imbocca sulla sinistra uno sterrato che con leggera progressione sale verso la deviazione per il Lago Verde. Non si prende questa deviazione e proseguendo sempre sulla stradina si arriva in prossimità del Piano della Fonderia, dove in questo punto si abbandona la stradina principale e con una deviazione a sinistra ci sa alza con decisione verso la Maison des Chamois. (alcuni tratti a spinta ) e di seguito si giunge al ripiano sovrastante e al Ponte delle Planche. Qui finisce il tratto ciclabile, tutto il restante tratto che rimane alla cima sarà a spinta o spallando la bike. Questo tratto di percorso che rimane da completare, (quasi 950 m.) è senza ombra di dubbio molto impegnativo e faticoso, a mio avviso da affrontare, con la giusta mentalità e voglia di misurarsi con se stessi, ma con la certezza e la consapevolezza di essere in grado di scendere poi in bike. Seguendo con logica il marcato sentiero che si snoda lungo il Vallone del Desinare, immersi in spaziosi e ampi pascoli soleggiati, ci si alza progressivamente verso la cima, sempre però con lunghi tratti di pendenza moderata fino al Col des Muandes, dove ai prati si contrappone un paesaggio opposto pietraia e un terreno dall’aspetto lunare. E’ a questo punto, che si deve superare il tratto più duro e impegnativo di tutta la salita, fortunatamente però, di tanto in tanto con brevi tratti pianeggianti o di falso piano. Poi si arriva sotto la cima, e la vista della chiesetta ormai vicina, ti fa dimenticare tutto il resto e con la certezza di raggiungere il tuo obiettivo, anche la fatica è la stanchezza sembra svanire.
Discesa.
Senza dubbio, la prima parte della discesa, fino all’inizio del tratto erboso, va affrontato con cautela e prudenza, scendendo sempre su un fondo molto compatto e in buona parte con pendenza mai esasperata, e sorprendentemente restando in sella molto più di quanto pensassi. Poi una volta sul tratto a pascolo, al fianco del sentiero di salita è veramente un divertimento scendere a valle rientrando al punto di partenza di questo itinerario, lungo lo stesso tracciato di salita.
Note aggiuntive.
E’ un tracciato molto particolare, molto semplice, facile e divertente fino all’inizio del tratto non più ciclabile. (approssimative sono 2 - 2,30 le ore con bici in spalla o a spinta) se si vuole proseguire verso la cima. Senza dubbio fuori dagli schemi tradizionali, il tratto conclusivo fino alla cima, ma come tutte le cose, che ti sembrano impossibili, poi, una volta che le hai realizzate, ti lasciano un segno indelebile e profondo nell’animo, per me, è una ricarica di passione.
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