Partiamo dal rifugio Flora Alpina e scendiamo verso valle per intercettare il sentiero CAI n. 694. che corre sulla sinistra orografica del torrente Valfredda. Continuiamo a perdere quota , poi, dopo una curva, in prossimità di un panchina si distingue molto bene il sentiero che a sinistra sale in un bosco distrutto da Vaia e bostrico. Il sentiero, ampiamente segnato, avanza in salita e dopo il superamento di due avvallamenti porta al pianoro dove sorge la Malga ai Lach a 1815 mt. Qui si gode un panorama speciale sulle cime delle Dolomiti. Da qui si possono vedere le Cime d’Auta, il Pelmo e la Civetta, l’Agner, le Pale di San Martino, il Focobon e il Mulaz. Dopo una sosta con l’accogliente ristoro della malga si prosegue in salita in direzione di una parete rocciosa segnata da varie stratificazioni. Stiamo attraversando una zona estremamente interessante dal punto di vista geologico. In alto si possono osservare le prime formazioni calcaree di scogliera mentre nella zona sottostante sono evidenti le formazioni di Werfen. Questa formazione prende il nome dalla cittadina austriaca di Werfen, nel Salisburghese, nelle cui vicinanze sono state descritte per la prima volta nel 1830 rocce dello stesso tipo e della stessa età di quelle che possiamo osservare nell'area dolomitica. La roccia appare stratificata e di vario colore. Domina il grigio ma non manca il giallo e il rosso. Alla fine del periodo Permiano il territori che calpestiamo era ricoperto da un mare poco profondo. Sul fondale si accumulavano gran parte dei sedimenti prodotti sulla terraferma e trasportati fino al mare dai fiumi, che si mescolavano a quelli prodotti sul posto per precipitazione diretta e ai resti scheletrici, macro e microscopici, degli organismi marini. Tali condizioni strutturali si mantennero stabili per tutto il Triassico iniziale. Guardando a sinistra ottima visione delle Pale di San Martino. Continuiamo la salita fino ad arrivare a un piccolo passo che ci fa entrare in Valfredda. Verde paesaggio costellato da baite (casoni). Scendiamo prendendo il sentiero più diretto a sinistra che ci porta a un ponticello con cui superiamo il rio Valfredda quindi, lasciando sulla sinistra la chiesetta dedicata a Frassati scendiamo la valle. Guardando a sinistra si osservano ondulate formazioni di gessi e calcari. Sono i resti fossili di lagune tropicali. Sono definite rocce sedimentarie “chimiche” e si formano per precipitazione di acqua marina soggetta a evaporazione. Qui il mare lentamente prendeva possesso della terra ferma. Non ci resta che scendere fin in fondo alla valle per tornare al rifugio Flora Alpina.
Túra fotóalbuma
Túratérkép és magasságprofil
Minimum height 1686 m
Maximum height 2034 m
Megjegyzések
Il passo San Pellegrino e la rifugio Flora Alpina si raggiungono da Moena percorrendo la Statale 346 (15 chilometri). Si supera il passo San Pellegrino e si scende per circa due chilometri verso Falcade. Si supera il bivio (sulla destra) per gli impianti del Col Margherita si prosegue sulla strada principale per poche centinaia di metri e a sinistra si trova il bivio per Malga Boer, Malga Col de Mez e rifugio Flora Alpina. Si supera Malga Boer, si attraversa il ponticello sul rio Zigolè e si arriva al posteggio del rifugio. Per chi sale da Falcade supera il confine tra Veneto e Trentino (località Zingari) quindi a circa un chilometro gira a destra per Malga Boer, Malga Col de Mez e rifugio Flora Alpina.
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