Tranquilla passeggiata domenicale alla scoperta di angoli reconditi del Trentino. L’escursione parte dal santuario della Madonna dell’Aiuto venerata in Valle di Cembra.
La devozione del culto alla Madonna dell’Aiuto risale fra il 1680 e il 1690. Vienna era appena scampata all’assedio dei Turchi (12 settembre 1683) con una vittoria dell’esercito cristiano (80mila uomini contro duecentomila ottomani), che il venerabile Marco da Aviano (1631-1699) aveva attribuito a “Maria Hilf”, “Maria l’aiuto”, vale a dire “Ausiliatrice dei cristiani”. In ringrazia\mento per quella vittoria, papa Innocenzo XI (1676-1689) dedicò il 12 settembre al SS. Nome di Maria. In quel medesimo tempo, immagini dell’Ausiliatrice si diffusero pure in tutto il Tirolo italiano riproduzione di una pala d’altare che si trova nel santuario di Innstadt, sobborgo di Passavia (Baviera), costruito fra il 1624 e il 1627. La pala fu commissionata (1620) dal decano della cattedrale di S. Stefano, Marquardt von Schwendt, a un pittore di nome Pius. A sua volta, questi si era ispirato alla celebre Mariahilf di Lucas Cranach il vecchio (1472-1553) dipinta a Wittemberg nel 1514 e che oggi orna l’altare maggiore nella cattedrale di S. Giacomo a Innsbruch. A Segonzano, la copia della copia fu portata dal barone Ferdinando Francesco a Prato, che era stato canonico a Passavia dal 1676 al 1702. L’immagine (un olio su tela) fu collocata nella chiesa curaziale della Ss. Trinità. Successivamente, fu trasferita nel capitello costruito lungo la mulattiera che, fino al principio del XX secolo, collegava Segonzano con Sover e la Valle di Fiemme. Da qui ebbe origine la leggenda di fondazione, simile a numerose altre fiorite sull’arco alpino. Si disse, infatti, che l’immagine era stata trovata nel bosco da un pastore del villaggio. Dalla curaziale, dov’era stato trasferito, il dipinto sarebbe poi scomparso per essere ritrovato nuovamente nel bosco. Un segno inequivocabile, si disse, della volontà della Vergine di essere venerata lì e non altrove. Fu costruito un capitello. Presero il via le processioni e la devozione conquistò altri villaggi della valle. Nell’agosto del 1774 il regolano Vigilio Mattevi presentò una circostanziata domanda all’Ordinario, vale a dire all’ufficio del vescovo e principe Cristoforo Sizzo de Noris (1763-1776). i qui l’avvio del cantiere che portò alla realizzazione della chiesa ancora oggi meta di pellegrinaggi.
Dal santuario ( Quota partenza: 897 m) prendere la carrareccia che sale attraversando una vecchia frana di sassi in direzione di Olastro. Da qui proseguire verso la radura dell'osservatorio faunistico. Svoltare a destra e prendere il sentiero che si inoltra nel bosco. Al termine del sentiero svoltare a sinistra e seguire la strada che porta fino al dosso. Giunti nei pressi della 'Busa' ci si può fermare nell’area dove ci si può mangiare e rilassarsi nelle vicinanze della baita degli Alpini (quota 1482). Ora si continua lungo la strada che costeggia la radura verso nord e con un ampio giro si scende nel bosco. Arrivati a una vecchia baita in pietra si prende a sinistra per il bosco fino a ricongiungersi con la strada percorsa in salita. Quindi si scende in direzione del santuario dove è possibile trovare ristoro.
La devozione del culto alla Madonna dell’Aiuto risale fra il 1680 e il 1690. Vienna era appena scampata all’assedio dei Turchi (12 settembre 1683) con una vittoria dell’esercito cristiano (80mila uomini contro duecentomila ottomani), che il venerabile Marco da Aviano (1631-1699) aveva attribuito a “Maria Hilf”, “Maria l’aiuto”, vale a dire “Ausiliatrice dei cristiani”. In ringrazia\mento per quella vittoria, papa Innocenzo XI (1676-1689) dedicò il 12 settembre al SS. Nome di Maria. In quel medesimo tempo, immagini dell’Ausiliatrice si diffusero pure in tutto il Tirolo italiano riproduzione di una pala d’altare che si trova nel santuario di Innstadt, sobborgo di Passavia (Baviera), costruito fra il 1624 e il 1627. La pala fu commissionata (1620) dal decano della cattedrale di S. Stefano, Marquardt von Schwendt, a un pittore di nome Pius. A sua volta, questi si era ispirato alla celebre Mariahilf di Lucas Cranach il vecchio (1472-1553) dipinta a Wittemberg nel 1514 e che oggi orna l’altare maggiore nella cattedrale di S. Giacomo a Innsbruch. A Segonzano, la copia della copia fu portata dal barone Ferdinando Francesco a Prato, che era stato canonico a Passavia dal 1676 al 1702. L’immagine (un olio su tela) fu collocata nella chiesa curaziale della Ss. Trinità. Successivamente, fu trasferita nel capitello costruito lungo la mulattiera che, fino al principio del XX secolo, collegava Segonzano con Sover e la Valle di Fiemme. Da qui ebbe origine la leggenda di fondazione, simile a numerose altre fiorite sull’arco alpino. Si disse, infatti, che l’immagine era stata trovata nel bosco da un pastore del villaggio. Dalla curaziale, dov’era stato trasferito, il dipinto sarebbe poi scomparso per essere ritrovato nuovamente nel bosco. Un segno inequivocabile, si disse, della volontà della Vergine di essere venerata lì e non altrove. Fu costruito un capitello. Presero il via le processioni e la devozione conquistò altri villaggi della valle. Nell’agosto del 1774 il regolano Vigilio Mattevi presentò una circostanziata domanda all’Ordinario, vale a dire all’ufficio del vescovo e principe Cristoforo Sizzo de Noris (1763-1776). i qui l’avvio del cantiere che portò alla realizzazione della chiesa ancora oggi meta di pellegrinaggi.
Dal santuario ( Quota partenza: 897 m) prendere la carrareccia che sale attraversando una vecchia frana di sassi in direzione di Olastro. Da qui proseguire verso la radura dell'osservatorio faunistico. Svoltare a destra e prendere il sentiero che si inoltra nel bosco. Al termine del sentiero svoltare a sinistra e seguire la strada che porta fino al dosso. Giunti nei pressi della 'Busa' ci si può fermare nell’area dove ci si può mangiare e rilassarsi nelle vicinanze della baita degli Alpini (quota 1482). Ora si continua lungo la strada che costeggia la radura verso nord e con un ampio giro si scende nel bosco. Arrivati a una vecchia baita in pietra si prende a sinistra per il bosco fino a ricongiungersi con la strada percorsa in salita. Quindi si scende in direzione del santuario dove è possibile trovare ristoro.
Galleria itinerari
Mappa itinerario e altimetria
Altezza minima 868 m
Altezza massima 1529 m
Commenti
Al santuario si arriva percorrendo la sinistra orografica partendo da Cavalese, principale centro della Valle di Fiemme raggiungibile uscendo dal casello autostradale di Egna (A22) e poi seguendo le indicazioni per Cavalese. Qui si prende la direzione di Castello – Molina. Si attraversa gli abitati di Sover, Montesover. Prima dell’abitato di Teaio e Segonzano si svolta tutto a sinistra su una strada secondaria che porta al santuario della Madonna dell’Aiuto (tempo di percorrenza 39 minuti). Se si proviene da Trento si esce dal casello autostradale di Trento Nord quindi si va in direzione di Pergine Valsugana e si prende la direzione prima di Cirè – Fratte la provinciale numero 83 e successivamente la provinciale numero 71. Si attraversa gli abitati di Valle, Lona – Lases, Piazzole, Sevignano, Segonzano, Teaio quindi si trova il bivio (sulla sinistra) per il santuario (tempo di percorrenza 35 minuti) .
Tracce GPS
Punti di traccia-
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