L’itinerario di un certo impegno (riservato ad escursionisti esperti), è percorribile solo se accompagnati da una guida del Parco o previo contatto con gli uffici. Possono entrare gratuitamente e senza preavviso le Guide Ambientali ed Escursionistiche con apposito tesserino, e i residenti dei comuni di Camogli, S. Margherita e Portofino. Per i gruppi di associazioni non aventi scopo di lucro occorre nominare un responsabile e richiedere il permesso almeno cinque giorni prima della data stabilita per l’escursione, che non deve coincidere con analoga iniziativa dell’ente parco. Il percorso, conosciuto dagli escursionisti come “La Via dei Tubi”, segue l’antico acquedotto costruito agli inizi del novecento per portare a Camogli l’acqua della sorgente Caselle, situata nel vallone che scende a San Fruttuoso. Oggi la parte in quota dell’acquedotto è mantenuta a fini antincendio, mentre il tratto più utilizzato porta ancora oggi l’acqua da Caselle a San Fruttuoso. Il percorso, che si sviluppa seguendo le antiche condutture, taglia per cinque chilometri il versante più ripido del Promontorio, attraversando quattro gallerie. I tratti più esposti sono attrezzati e messi in sicurezza con scale e catene. Si tratta di un percorso tortuoso, con gallerie buie, strapiombi. E’ necessario quindi avere una torcia, pantaloni lunghi, non soffrire di vertigini o claustrofobia .
Il punto di partenza è Pietre Strette, raggiungibile da Portofino Vetta, presso l’Albergo Kulm. (Noi siamo arrivati dal sentiero che da San Rocco porta in vetta). Dopo una ventina di minuti di discesa, quando la vegetazione comincia a diradarsi per fare spazio alla macchia, prendete la deviazione sulla destra, ben visibile, che taglia in costa la montagna, puntando verso Camogli. Dopo qualche passo comincerete a vedere il tubo, un cilindro di cemento largo una trentina di centimetri interrato nel suolo. In alcuni punti è danneggiato ma dentro scorre ancora l’acqua. Sulla sinistra il panorama regala magnifici scorci sulla macchia mediterranea e sull’Abbazia sottostante. Dopo mezz’oretta trovate la prima galleria. E’ lunga un centinaio di metri ma le curve impediscono di vedere l’uscita. All’interno non è raro trovare rospi, girini e pipistrelli in cerca di un luogo umido e riparato. Poco più avanti altre due gallerie (più brevi) ed una scala a pioli in metallo vi attendono per portarvi nella parte più selvaggia e stupefacente del Parco, sopra la tutelatissima Cala dell’Oro dominata dalla Torretta D'Oria (ora dedicata a Salvo D'Acquisto). A volte il sentiero sembra scomparire tra le vegetazione, ma poi il tubo ricompare, puntando perso Est. In un ora e mezza sarete in prossimità del sito chimato delle Batterie, dove nel corso del secondo conflitto mondiale esistevano pezzi di artiglieria. Qui ci sono varie possibilità per il rientro ma noi abbiamo preferito puntare a San Rocco dove si arriva attraversando zone coltivate e oliveti. Così giungiamo nella piazzetta della chiesa di San Rocco, splendida terrazza panoramica affacciata sul Golfo Paradiso.
Il punto di partenza è Pietre Strette, raggiungibile da Portofino Vetta, presso l’Albergo Kulm. (Noi siamo arrivati dal sentiero che da San Rocco porta in vetta). Dopo una ventina di minuti di discesa, quando la vegetazione comincia a diradarsi per fare spazio alla macchia, prendete la deviazione sulla destra, ben visibile, che taglia in costa la montagna, puntando verso Camogli. Dopo qualche passo comincerete a vedere il tubo, un cilindro di cemento largo una trentina di centimetri interrato nel suolo. In alcuni punti è danneggiato ma dentro scorre ancora l’acqua. Sulla sinistra il panorama regala magnifici scorci sulla macchia mediterranea e sull’Abbazia sottostante. Dopo mezz’oretta trovate la prima galleria. E’ lunga un centinaio di metri ma le curve impediscono di vedere l’uscita. All’interno non è raro trovare rospi, girini e pipistrelli in cerca di un luogo umido e riparato. Poco più avanti altre due gallerie (più brevi) ed una scala a pioli in metallo vi attendono per portarvi nella parte più selvaggia e stupefacente del Parco, sopra la tutelatissima Cala dell’Oro dominata dalla Torretta D'Oria (ora dedicata a Salvo D'Acquisto). A volte il sentiero sembra scomparire tra le vegetazione, ma poi il tubo ricompare, puntando perso Est. In un ora e mezza sarete in prossimità del sito chimato delle Batterie, dove nel corso del secondo conflitto mondiale esistevano pezzi di artiglieria. Qui ci sono varie possibilità per il rientro ma noi abbiamo preferito puntare a San Rocco dove si arriva attraversando zone coltivate e oliveti. Così giungiamo nella piazzetta della chiesa di San Rocco, splendida terrazza panoramica affacciata sul Golfo Paradiso.
Galleria itinerari
Mappa itinerario e altimetria
Altezza minima 177 m
Altezza massima 526 m
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Per arrivare a San Rocco è necessario passare per Camogli raggiungibile in treno e poi salendo a piedi al piccolo paesino sotto il Monte di Portofino. E’ possibile raggiungere San Rocco anche con l’auto da salendo da Recco a Ruta. Si prende la deviazione sulla destra in direzione San Rocco e si lascia l’auto nel parcheggio a pagamento. (Attenzione. Nei fine settimana e nelle festività c’è sempre grande affollamento).
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