Partenza da Moena in direzione Predazzo. Prendiamo la ciclabile nella vicinanza del bicigrill e andiamo verso sud fimo al ponte che attraversa l’Avisio. Passiam il ponte e sulla curva a destra invece che continuare sulla ciclabile prendiamo a sinistra per la strada forestale che sale con modesto dislivello. La strada si alza lentamente con un panorama sulla frazione di Forno. Si tratta di un villaggio all’uscita della selvaggia Valsorda. E’ un antico villaggio la cui presenza è documentata quando faceva parte del Principato vescovile di Bressanone. Nel 1315, Predazzo, Mezzavalle (attuale frazione di Predazzo), e Forno entrarono nella Magnifica Comunità di Fiemme, formando un unico insediamento. Il nome dell'abitato, Forno, deriva infatti dal latino Furnus (forno) dove veniva “cotta” una particolare roccia estratta dal vicino gruppo montuoso del Latemar, il cosiddetto Bol Ross, una ematite terrosa (ocra rossa). Da tale roccia veniva estratta una pittura, di colore rosso, utilizzata come vernice protettiva sulle parti metalliche, principalmente tetti di case e chiese. È ancora possibile trovare tracce e schizzi su alcune rocce tra il paese e Medil lasciate da cacciatori e pastori. Il santo patrono di Forno è san Lazzaro, a cui è dedicata la piccola chiesetta a navata unica. La festa patronale del paese, secondo il calendario liturgico, è posticipata al 7 gennaio, nonostante la ricorrenza di san Lazzaro sia celebrata il 17 dicembre. La chiesetta è stata restaurata e riporta ancora parte dell’affresco di San Cristoforo che indicava il passaggio della via principale che portava a nord, verso i passi dolomitici. Continuiamo la salita in bicicletta e possimao vedere più in alto un secondo abitato: Medil. Il minuscolo paesino (ormai conta pochissimi residenti) gode di una posizione privilegiata. Anche in inverno i raggi del sole illuminano l’abitato. Qui in passato viveva una comunità di pastori e contadini oltre a boscaioli. Qui, si dice fu abbattuto, alla fine del 1800 l’ultimo orso. C’è una piccola chiesetta dedicata a Sant’Anna e vicino è sospesa una bomba (scarica) riadattata a campana. Continuiamo a salire e su un tornate continuiamo verso sinistra (non proseguiamo a destra su una pista che porta sopra all’impianto dei trampolini di Predazzo). La strada ora viaggio in direzione est fino a raggiungere una splendida baita detta “bait del Guglielmo). Dopo un centinaio di metri la strada si interrompe e non è più possibile continuare. Non resta che tornate indietro mettendo a dura prova i freni.
Galleria itinerari
Mappa itinerario e altimetria
Altezza minima 1135 m
Altezza massima 1601 m
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Moena si raggiunge percorrendo da sud la Valle di Fiemme. A Predazzo continuare lungo la statale 48 delle Dolomiti. Si può arrivare da nord dai passi dolomitici del Sella, del Pordoi o dal passo Fedaia. Da Canazei prendere la direzione Moena. Per l’escursione in bicicletta è opportuno lasciare l’auto nel piazzale vicino al campo sportivo. Dalla parte opposta della strada passa la ciclabile.
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