Doc. Top. Cartina Kompass n. 105
Dislivello salita approssimati tot. m. 1500
A spinta o spallando approssimativi m. 250
Distanza Totale Km. 32,800
Tempo salita Ore 5 al Rifugio
Impegno fisico.
Preparazione fisica perfetta
Ottima guida della bike
Descrizione itinerario
Dal parcheggio, si sale nuovamente a Piazzo, poi, un poco più avanti, lasciare la strada dove siamo appena transitati, si volta a sinistra per dare inizio alla salita all’Alpe Paglio. Lungo una serie di tornanti, si arriva all’alpe, si abbandona a questo punto la strada asfaltata e si prosegue verso il Pian delle Betulle. Dalle Betulle, è facile trovare lo sterrato che conduce verso la cima di Olino e S. Rita. Lungo un panoramico traverso, molto impegnativo all’inizio, ma più scorrevole nella parte superiore, si passa d’Alpe Ortighera per poi giungere ad una bocchetta dove inizia la dorsale per la cima di Olino. Il mio consiglio è di compiere questa splendida variante. Si spinge solo per un breve tratto la bike, poi, si arriva in cima pedalando, si ha così la possibilità di osservare un ottimo panorama che spazia sulle cime dell’alto lago e soprattutto vedere buona parte del tracciato di avvicinamento al S. Rita La discesa dalla cima lungo il tracciato della salita è breve ma divertentissimo e tutto ciclabile. Da qui, si scende alla Bocchetta di Olino. Ora si riprende a salire verso l’Alpe Agoredo. Questo è il primo tratto duro e impegnativo del traverso – tutto con la bici in spalla conseguenza di profondi solchi nel sentiero). Brevissimo tratto ciclabile e nuovamente altro tratto a spinta fino al panoramico traverso. Il lungo traverso, quasi pianeggiante che aggira la dorsale del Pizzo Cornagera, ci consente di osservando uno splendido panorama sulla conca sottostante di Biandino e la possente mole del Pizzo dei Tre Signori. Traverso su stretto e incassato sentiero dove si incorre nel rischio di toccare con i pedali il bordo. Alla fine del traverso, su dorsale in parte esposta sul fondo valle, si prosegue l’avvicinamento alla meta, con una breve discesa non banale. Alla fine della discesa sempre per dorsale, con tratti a spinta e tratti spallando la bike si riprende a salire abbandonando la dorsale a quota 1935 per passare sul versante della Val Marrone e arrivare sempre con bike al spinta al rifugio.
Una volta arrivati al rifugio, tutte le difficoltà sono alle spalle.
Senza dubbio però, vi renderete conto che questo itinerario non è banale e soprattutto richiede una più che buona preparazione fisica e attitudine a sforzi brevi ma intensi.
Discesa.
La discesa è lungo la Val Varrone. Non vi è possibilità di sbagliare tracciato, la discesa è lungo l’unica possibile stradina che si snoda lungo il corso del torrente Varrone. All’inizio lo sterrato è molto mosso e sassoso, con qualche ottima possibilità di abbandonare la strada sui brevi spazi prativi ciclabili. Poi il proseguo diventa più scorrevole e specialmente nei tratti più ripidi si scende su tratti cementati. Una discesa infinita e senza fine che riporta senza più difficoltà da segnalare al punto di partenza.
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Accesso.
Da Como direzione Lecco - poi prendere l’uscita per la Valsassina. Percorrere tutta la strada di questa valle passando da Ballabio – Introbio – Primaluna – Taceno - Margno – Casarco e una volta giunti a Piazzo, si scende verso Premana e giunti al ponte, dopo il cartello di ingresso in paese, non salire alle abitazioni ma prendere a sinistra, scendendo ancora (Via Glabbio) e proseguire su questa deviazione fino alla zona industriale e li parcheggiare. Siamo ora all’inizio della Val Varrone, punto ideale di partenza e arrivo di questo giro.
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