Il lago di Santa Colomba è una escursione piacevole, poco faticosa e di grande interesse culturale. Parte integrante dell’Ecomuseo dell’Argentario, questo specchio d’acqua si trova in una conca boschiva a una quota di 926 metri, nella parte meridionale della Valle di Cembra. L’interesse geologico del bacino è dato dalla sua dislocazione su una faglia che separa rocce di natura lavica (porfidi quarziferi) da rocce di natura sedimentaria (calcari del Calisio).
Il lago di Santa Colomba si estende per poco più di due ettari e la sua profondità massima non raggiunge i 10 metri. E' circondato da fitti boschi e sulle sue rive, qua e là, crescono lembi di canneto. Nelle acque vivono il luccio, la scardola, la tinca, la carpa e altre specie di pesci.
I sentieri nella zona numerosi quindi è opportuno seguire attentamente il tracciato che consiglio che è quello denominato “Sentiero delle Canope”. Si tratta di un anello di circa due ore (con soste)
Dal parcheggio seguiamo il sentiero che segue la riva del lago fino ad arrivare a un grande cartello che descrive il tracciato. Poco sopra potremo vedere la prima traccia di imbocco di miniera. Dobbiamo sapere che il territorio era ricco di argento e per questo i principi vescovi di Trento chiamarono i Canòpi cioè minatori tedeschi con il compito di estrarre i minerali presenti nella montagna. Il Principe Vescovo Vanga fu il primo promotore di questa attività. Ma perché proprio dalla Germania? I minatori tedeschi erano grandi conoscitori dell’arte mineraria, praticata fin da tempi antichissimi. Si trasferirono sul Monte Calisio probabilmente già intorno all’anno 1000 potendo usufruire dell’esenzione dalle tasse ordinarie in cambio di una somma stabilita dal Principe Vescovo per la concessione di scavo. Il nome dei Cànopi deriva dal toponimo tedesco Knappen, termine con il quale si indicava una miniera a imbocco orizzontale. Il sentiero raggiunge velocemente il punto belvedere del Dos dei Brusadi, che regala una splendida vista sulla Val di Cembra. Qui facciamo ovviamente una pausa per fare foto. Seguendo sempre la segnaletica, concludiamo in due ore il nostro giro ad anello, arrivando di nuovo al lago di Santa Colomba. Durante il cammino potremo osservare un terreno molto accidentato caratterizzato da continui avvallamenti e buche. Nella montagna vennero scavate delle gallerie, sia in verticale chiamate Càdini che in orizzontale chiamate Cànope, trasformando il territorio in un “colabrodo”. Questa situazione durò per ben 300 anni. Il Calisio diventò una montagna “lunare” perché la vegetazione venne quasi rasa al suolo per lasciar spazio a pozzi, caverne e cumuli di scavo.
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