Siamo saliti con l’auto fino al parcheggio della malga di Lavazzè (1639 slm). La strada è molto ripida con fondo in cemento. In periodo estivo (fino a metà settembre) è possibile percorrere la strada chiedendo un pass (gratuito) al bar di Corte Inferiore. Negli altri periodi la strada è interdetta al traffico privato. Dalla malga prendere il sentiero 134 (è lo stesso numero che coincide con la strada di accesso a malga Lavazzè). Oltrepassiamo un rivo e saliamo a destra su un sentiero molto ripido. E’ una scorciatoia che evita il lungo tornante della strada forestale. Raggiunta di nuovo la strada continuiamo la salita in un magro pascolo. Ora ci aspetta un sentiero a zig zag per guadagnare quota quindi si taglia il versante verso destra per raggiungere la Malga di Masa Murada (2046). La struttura è stata restaurata per permettere le ricerche di natura geologica da parte dell’Università di Bologna. La zona che stiamo attraversando è di notevole interesse geologico perché conserva le tracce dell’antico mantello terrestre (la parte compresa tra la crosta terrestre il nucleo centrale del nostro pianeta). Ma come è arrivata in superficie questa componente che normalmente si trova tra i 10 e i 35 chilometri di profondità? Forze potenti hanno creato le montagne a partire dal Paleozoico superiore (circa 300-250 milioni di anni ). Questa grossa spinta (collisione ercinica) ha corrugato la crosta terrestre portando in superficie strutture profonde. Catene come Ardenne, Vosgi, Selva Nera, Massiccio Centrale Francese, Massiccio Boemo, gli Urali e buona parte dei Monti Appalachi hanno avuto questa origine. Da sottolineare che le Alpi si sono formate più tardi (e tutt’ora crescono in altezza di pochi millimetri ogni anno) grazie a ulteriori spinte che hanno creato, a partire dal Mesozoico (da 250 milioni di anni) la catena Alpino-Himalayana.
Dalla malga proseguiamo salendo ancora il pascolo su sentiero n.134. Dopo aver superato i depositi morenici troviamo il lago glaciale della Poinella (2180slm), ai piedi dell’omonima cima. La salita è breve e non eccessiva (20 minuti). A sinistra Cima Binasia (che ha due guglie) a destra monte Stubele (visibile la croce). Volendo si può proseguire per raggiungere il passo della Siromba/Schrumm Joch che segna il confine tra Val di Non e Val d’Ultimo. Il rientro per lo stesso tracciato. In discesa abbiamo seguito interamente la strada che è meno ripida del sentiero – scorciatoia percorso in salita.
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