Escursione costeggiando il rumoroso torrente San Pellegrino. Si parte dalla piazza di Moena (1200 metri di quota. Sul profilo altimetrico il dato è sbagliato) esattamente da Piaz de Ramon. Saliamo alla frazione di Someda seguendo strada de Cernadoi, le scalette che portano all’Hotel Catinaccio e di qui, sdempre in salita alle prime case di Someda. Il piccolo abitato è costituito prevalentemente da case in stile tradizionale. Al centro la chiesa dei Santi Rocco, Sebastiano e Fabiano, risalente al XVI secolo, e un museo dedicato alla storia del fronte dolomitico durante la Grande Guerra (Stala de la Nenola). Continuiamo a salire poi la strada imbocca la Val San Pellegrino. Poco dopo incontriamo il Forte di Someda, costruito per la difesa dall'Impero austro-ungarico alla fine del secolo XIX. L'imponente costruzione però non giocò alcun ruolo rilevante durante il primo conflitto mondiale, essendo considerato ormai superato dal punto di vista dello sviluppo tecnologico. Attualmente non è visitabile. Si prosegue raggiungendo la stazione a valle della cabinovia Alpe di Lusia e l'albergo Malga Passerella. Proseguiamo fino a raggiungere la strada provinciale che porta al passo. Attraversiamo (in discesa) il ponte sul rio San Pellegrino e subito dopo imbocchiamo la strada forestale detta “delle tenebre”. In effetti in inverno raramente il sole la illumina. Saliamo tenendo sempre il torrente sulla sinistra e per tratti in salita arriviamo in località Fango (circa un’ora e mezzo di cammino). Qui possiamo fare una sosta. Poi proseguiamo sempre in salita e con il torrente sulla sinistra e arriviamo a Malga Negritella, una grande azienda agricola (qui si può sostare per rifocillarsi a un accogliente bar – trattoria). Ora proseguiamo puntando verso la montagna aguzza (Cimon di Bocche) seguendo quello che in inverno è il tracciato della pista di fondo. Arrivati alla graziosa baita (Baita di Campo d’Orso) seguiamo la pista (non ci inoltriamo nel bosco dove è visibile il sentiero n. 628A che sale verso la montagna. Proseguiamo su saliscendi fino ad arrivare alla strada provinciale in prossimità del passo. E’ più comodo prendere a sinistra su sterrata che camminare lungo la strada asfaltata. Passiamo accanto a piccole baite, arriviamo sulla provinciale, attraversiamo il grande parcheggio degli impianti di risalita, superiamo alcuni alberghi per arrivare al valico dove è visibilissimo il vecchio Ospizio ormai diventato un rudere. A sinistra la catena del Costabella di origine marina mentre a destra la cupa Cima Margherita di origine vulcanica. Il rientro per la stessa strada. Anticamente il passo era chiamato semplicemente mont de aloch, laddove il termine aloch o alochet indicava i vasti prati dove pascola tutt'oggi il bestiame. Durante l'epoca delle crociate verso la Terrasanta, il passo fu un importante valico lungo la strada che collegava la Germania al porto di Venezia. Il 14 giugno 1358 la comunità moenese concesse ai frati dell'ordine di San Pellegrino delle Alpi di costruire un ospizio per i viandanti. Da allora il passo prese il nome di San Pellegrino. Tuttavia, a causa dell'estrema povertà dei frati, che vivevano solo di elemosine (al contrario di altre comunità monastiche che potevano sfruttare le rendite fondiarie), l'ospizio del passo San Pellegrino venne gestito dal 1453 direttamente dalla Regola di Moena, la quale nominava un proprio priore laico. Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale l'ospizio (che si trovava di fronte alla chiesetta di Sant'Antonio, ma sul lato opposto della strada) venne totalmente raso al suolo dai bombardamenti. L’attuale edificio è stato ricostruito nel primo dopoguerra.
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Minimum height 793 m
Maximum height 1970 m
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Moena si raggiunge percorrendo da sud la Valle di Fiemme. A Predazzo continuare lungo la statale 48 delle Dolomiti. Si può arrivare da nord dai passi dolomitici del Sella , del Pordoi o dal passo Fedaia. Da Canazei prendere la direzione Moena. Da Bolzano si arriva in Valle di Fassa e quindi Moena attraversando il passo Costalunga
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